Bruno Giordano è il sedicesimo sindaco della città di Aosta.
Un esponente di uno dei partiti di opposizione, malignamente, ha detto che l’Union Valdôtaine, dopo aver fatto digerire al proprio elettorato l’alleanza con il centro-destra, aver presentato un sindaco con poco appeal e aver preparato un programma faraonico di grandi opere poco amate dalla popolazione, nel 2015 potrà candidare direttamente un cavallo e manterrà intatti maggioranza, voti e preferenze.
Il paragone con il cavallo va stretto a Giordano, che furbescamente ha già fatto un gran freno a mano e una parziale retromarcia sul metrò, dicendo che «le priorità sono altre»: ciò che è stato cruciale, come in ogni vittoria UV, è stata la visione del tempo. Mentre tutti gli avversari sono concentrati sul passato, più o meno glorioso, e sugli errori commessi, l’UV concentra i propri sforzi sulla visione di una città diversa, di una Regione più ricca e sulla risoluzione di problemi.
Che, in realtà, avrebbe dovuto risolvere, essendo al governo da sempre.
Di seguito, riporto quattro domande, stralcio dell’intervista al neo-sindaco, pubblicata sul Corriere della Valle. Il resto, lo trovate lì.
Bruno Giordano, da oggi in avanti non potranno più darle del “social-comunista”
Direi che i cittadini elettori hanno deciso così. Non ero social-comunista prima, non lo sono adesso, non lo sarò domani: sono quello di sempre, per chi mi conosce, mi stima e mi apprezza.
Teoricamente, avreste potuto governare senza PdL e Lega
Non si può fare la politica dei “se” e dei “come sarebbe andata”. A babbo morto sono tutti bravi. Questa coalizione ci ha portato quasi al sessanta per cento dei consensi, e governerà la città di Aosta per i prossimi cinque anni.
Oltre un elettore su tre non è andato alle urne: l’astensionismo è un problema?
Il calo dell’affluenza alle urne è figlio di una democrazia matura: in altre realtà, un 66 per cento di votanti sarebbe considerato un successo straordinario di partecipazione. E’ certo che noi dovremo recuperare il non-voto o meglio, il voto inespresso, perché è sempre figlio di un segnale di disaffezione.
Ego Perron, presidente UV, ad inizio campagna elettorale le ha assegnato l’incarico di trovare un nome per la metropolitana aostana: lo ha fatto?
No, ma avrò tanto tempo per pensarci. Qualcosa mi inventerò.