Anche in questa tornata l’Union Valdôtaine si conferma la più grande forza territoriale della Regione, aggiudicandosi ben 37 sindaci. Pochi i casi, anche se alcuni lampanti, dove il Mouvement ha subito sconfitte.
«Abbiamo delegato ad ogni sezione sul territorio il compito di far eleggere un nostro sindaco, è chiaro che chi ha sbagliato ne risponderà», ha commentato freddamente ai microfoni RAI il presidente Ego Perron. Chi ha perso quindi – e sono comunque in pochi – pagherà: questo è il prezzo dell’autonomia da Avenue des Maquisards.
L’Union
Il colpaccio è avvenuto a Pollein, dove al grido di “oui droite, oui gauche” – la coalizione comprendeva anche PD e PdL – Luca Bianchi si è affermato, dopo una trentina di anni di amministrazione Stella Alpina. Risultato soddisfacente, almeno da un punto di vista simbolico, quello di Torgnon, paese del coordinatore ALPE Carlo Perrin, dove l’UV piazza Cristina Machet.
L’Union si afferma a Sarre con Roberto Vallet; a Fénis, altro feudo ALPE, di solo sette voti con Giusto Perron. A Pont-Saint-Martin, la sfida tra Yeuillaz si è conclusa a favore dell’unionista Guido, a scapito dell’alpista Cleta. A Quart, Giovanni Barocco ha guidato i suoi alla vittoria, con 130 voti di scarto. Miniribaltone annunciato a Châtillon, dove Henri Calza ha spodestato lo “scissionista” Giuseppe Moro, appoggiato da una lista civica vicina ad ALPE.
Sono tre le “stangate” prese dal Leone: due a sorpresa, Cogne e Aymavilles, e una annunciata, Morgex. Ai piedi del Gran Paradiso l’UV, dopo cinquant’anni di amministrazione, cede il passo a Franco Allera, sostenuto da una lista civica, che ha stoppato il ticket Piero Roulet – Vally Lettry. All’imbocco della valle del Grand Eyvia vince Luciano Saraillon, su Fedele Belley, sostenuto dal Mouvement. A Morgex, travolgente vittoria di Lorenzo Graziola – 935 a 346 – sullo schieramento unionista guidato da Dante Quinson.
ALPE
«Il nostro partito è nato da poco e non ha presentato nessuna lista ufficiale nei comuni oltre ad Aosta, chiaro che abbiamo lasciato ai nostri iscritti l’iniziativa personale»: Carlo Perrin ha spiegato la strategia “leggera” del suo partito in questa tornata elettorale. Alcune liste, tuttavia, in vista di alcune particolari presenze e più o meno celati appoggi, possono essere ascrivibili al neonato movimento.
E’ il caso di Saint-Christophe, dove Paolo Cheney, già sindaco dal ’95 al 2005 e assessore nella giunta uscente, ha battutto con Chantal Certan la coalizione sorretta da UV e PD del sindaco uscente François Desandré. A Etroubles si riconferma Massimo Tamone. A Valtournenche, anche se con quasi 800 voti di scarto, la lista di Roberto Avetrani entra per la prima volta in minoranza (vince il primo cittadino uscente Domenico Chatillard). Meglio ad Arvier, dove la neonata seconda lista, guidata da Sara Patat, perde 323 a 258 (vince Mauro Lucianaz). Delusione a Villeneuve, dove la lista di Valter Perrier, in forza della presenza dell’ex sindaco storico Clemente Dupont, cede il passo all’unionista Roberta Quattrocchio.
Stella Alpina, Fédération, PD e PdL
La Thuile è la novità politica della tornata elettorale, che vede per la prima volta un sindaco del PdL: Carlo Orlandi. Il PD «è riuscito ad essere presente in molti comuni», a detta del segretario Raimondo Donzel, e conquista, con Fulvio Centoz, la fusciacca di Rhêmes-Notre-Dame. Fédération Autonomiste fallisce ampiamente, in compagnia del PdL, lo “sgambetto” all’Union in quel di Sarre, ma riesce con Saraillon ad Aymavilles. Il partito di Leonardo La Torre conserva inoltre Saint-Denis, con Franco Thiébat, e Pontey, con Rudy Tillier. Stella Alpina, oltre all’exploit del capoluogo, si aggiudica due sindaci: Erik Patrocle ad Allein ed Ennio Subet a Charvensod.