«Da una parte l’amministrazione del fare e dall’altra i partiti del no? Io dico da una parte la coalizione dello strafare e dall’altra le liste del fare diversamente»: Roberto Louvin presenta i candidati di ALPE e Sinistra per la Città e replica alle parole di Bruno Giordano di poche ore prima. Parte così l’arrembaggio alla “corazzata autonomista“.
Il capogruppo di ALPE in Regione introduce il candidato sindaco Carlo Curtaz, «un uomo sempre al suo posto, mai sopra le righe, mai sottobanco» e rivolge un «pensiero affettuoso a Elena Nitri, consigliera uscente colpita in questi giorni da un grave lutto, che non ha mai cercato le luci della ribalta e che tornerà ad impegnarsi nella sua lotta alla povertà e all’indigenza».
Louvin continua salutando anche «i due colonelli non più ricandidati: il brasiliano, per le sue doti di improvvisazione, Davide Bionaz, e la tedesca, per precisione e serietà, Titti Forcellati». Poi è la volta di un giudizio su Aosta: «La città è come cinque anni fa, se non peggio, alcuni problemi si sono aggravati. Ci si propone di risolverli con un’enorme iniezione di denaro, ma alcune terapie ammazzano il paziente».
De Milanesio Coniuratione
«E’ come mettere il gatto nel deposito delle salsicce»: Carlo Curtaz spara su Bruno Milanesio e sulla scelta della Regione di far gestire all’ex socialista la riconversione della caserma Testa Fochi. «E’ lui che ha scritto il programma della coalizione avversaria».
Il quadro è chiaro, secondo il candidato sindaco: «Mentre noi facevamo le primarie – spiega Curtaz – “La Stampa” aveva indicato, tra i probabili candidati UV, tre nomi: Bruno Milanesio, Nini Marcoz, suo socio in affari e Bruno Giordano, suo amico e braccio destro. Si sceglie quest’ultimo e la destra finge di non starci, al che l’Union Valdôtaine va a Roma e l’accordo si fa». I termini dell’accordo? «Il PdL entrerà in maggioranza regionale e in cambio da Roma arriveranno i soldi per le “grandi opere”».
Pars construens
«Aosta è una città poco autonoma, poco attenta ai deboli, devastata dai cantieri. Abbiamo in mente un idea alternativa della città, sappiamo cosa non fare – tranne per l’università la coalizione di Curtaz si distanzia da quella di Giordano – ma anche cos’altro fare». L’idea di città dell’ex consiglere regionale dei Verdi poggia su un’assioma: «Se una città è vivibile per gli abitanti, di conseguenza è accogliente per i turisti».
«Bisogna aumentare l’attenzione nei confronti delle famiglie in difficoltà per la crisi economica – Curtaz si riferisce soprattutto ad agevolazioni per gli affitti – ampliare le zone pedonali, togliere i camion dalle vie del centro. Riordinare l’assetto urbanistico comprendendo al suo interno anche i comuni della Plaine d’Aoste». C’è spazio anche per il PD: «Gli avversari non sono le destre, come dicono i Democratici, ma l’Union Valdôtaine. Tuttavia Monteleone ha detto che in caso di secondo turno se dovessimo prendere più voti ci sosterranno, ringrazio e ricambio».
Vice e capolista
Paolo Momigliano Levi, capolista della Sinistra, snocciola alcuni punti per il capoluogo: «Non siamo d’accordo col fare del Saint-Benin una nuova sede del liceo scientifico, propongo piuttosto che si dia spazio alle sedi dei centri culturali, adesso sparsi per tutta la città». Nell’area Cogne lo storico individua il posto ideale per un museo del lavoro e dell’immigrazione.
Iris Morandi, candidata a vicesindaco, inizia salutando in italiano, francese e patois perchè «in consiglio comunale è possibile anche esprimersi in patois, una bella affermazione d’identità». Fortunatamente per chi scrive, senza nulla voler togliere al valore culturale della lingua di Cerlogne, l’intervento continua nelle prime due. La consigliere uscente esorta «l’altra metà del cielo», le donne, a farsi avanti e si rivolge a Sinistra per la Città: «Mi impegnerò, ogni volta che sarà possibile, nei confronti delle classi disagiate e nella difesa della libertà e dei diritti civili». Poi è la volta del programma: «Qualcuno ha detto che è scarno, ma noi l’abbiamo volutamente fatto così perchè vogliamo la partecipazione attiva dei cittadini». “Il sindaco dei cittadini“, slogan della campagna, sarebbe dunque da leggere in questo senso: una chiamata all’impegno per gli aostani, «perchè questa città è un po’ moscia».