Regionali in Italia: la Lega fa il pieno di voti, l’IdV quasi, il PD e il PdL ne perdono una marea, ma sono contentissimi. «Checcifrega? Siamo in Valle d’Aosta», direte voi. E invece no, perché tra meno di due mesi si vota per le comunali anche qui, e i partiti autonomisti aspettavano questo segnale nazionale per capire da che parte spostare lo sguardo e fare gli occhi dolci. O meglio, sventolare il cosciotto di maiale mentre i due contendenti affamati, a destra e a sinistra, sbavano della grossa.
Linee roventi: «Vota a mio cuggino!»
Uno dice: e vabbè, che vuoi che sia. Gli autonomisti vanno a destra, la sinistra ad Aosta ha il suo bel peso: sarà una lotta sul filo di lana. E invece no, perché il centro-sinistra si presenterà diviso, a meno di colpi di teatro dell’ultim’ora, il centro-destra compatto e il premio di maggioranza ha il suo bel peso. Al di là del politichese, i voti ai partiti nazionali, e perché no, ai movimenti autonomisti anti-UV, hanno sempre raccolto il voto di protesta o il voto delle idee: PD, PdL e ALPE non hanno mai saputo fare quella campagna che per UV, Stella Alpina, Fédération Autonomiste è già partita: il giro di telefonate per chiedere il voto a parenti e amici.
In questo modo, i problemi generali passano in secondo piano: non parliamo di clientelismo, ma di consenso. Io do una mano a questo o quel candidato, figurarsi se, quando sarà sulla sua poltrona, non si ricorderà di me, lo conosco da quand’era bambino, perché conosco la mamma o la zia, perché il mio migliore amico dice che è un gran figo. Destra e sinistra non hanno mai avuto gli “uomini” del centro autonomista, la schiera di candidabili, con annesso pacchetto di voti, che UV e Stella soprattutto hanno da sempre.
Esplosivo, massi, déhors e primari
E così una strada che doveva aprire a metà febbraio e ad inizio aprile è ancora chiusa – via Adamello, ad Aosta – non sposterà un voto, un masso che esplode e ne tira giù un altro che doveva essere stabilissimo e blocca la statale per una settimana e costringe a costruire una variante e fa imbufalire gli automobilisti – ad Arnad – non sposterà un voto, anche perché ad Arnad non si vota. I commercianti in rivolta per i déhors estivi non sposteranno un voto, la crisi economica che attanaglia i piccoli imprenditori, i medi e i grandi, non influenzerà per nulla le elezioni. Le ingerenze per la nomina di un primario (ricordate ai tempi della sfida Thiébat – Pierini? Ah, quella è un’altra storia?) non cambieranno l’esito del voto.
Bipolarismo chez nous
Manca un’alternativa? Forse è vero, e l’alternanza non è cosa valdostana. Non è certo esaltante un quadro che vede da una parte la “Stella du Nord de la Fédération de la Ligue de la Liberté Valdotaine Unioniste Autonomiste Alpine” contro “Autonomie Progressiste, Liberté Comuniste, Participation Radicale, Ecologie“, “Partit Démocratique” e “Vallée des Valeurs“. La famosa terza via al bipolarismo, tanto cara ad UV e Stella Alpina, finisce nel cassetto.
Che schifo queste alleanze di opportunità… il bipolarismo in Italia è morto da un pezzo… in Valle di sicuro non è un’eccezione… questo trascinarsi non fa che peggiorare una situazione già pessima…