«La Lega Nord si impegna a mettere a disposizione dell’Union Valdôtaine i propri europarlamentari per poter meglio dialogare con Bruxelles»: le parole del segretario regionale Sergio Ferrero inquadrano bene il significato nel significato del talk show, allestito dal Foyer Valdôtain, nel pomeriggio di sabato scorso, 27 marzo.
“2010: autonomia nel mirino, diritto o privilegio?” questo è il titolo del dibattitto moderato da René Tonelli che ha visto, nella sede aostana di Fédération Autonomiste, avvicendarsi in più interventi l’assessore Claudio Lavoyer e il segretario Leonardo La Torre, entrambi padroni di casa, il capogruppo in Conseil Vallée Massimo Lattanzi (PdL), il presidente dell’Union Valdôtaine Ego Perron e il già citato Ferrero.
Partendo da un sondaggio svolto su un campione di 150 persone (forse un po’ ristretto, ma senza troppe presunzioni di scientificità) Tonelli ha messo sul tavolo alcuni spunti su cui riflettere, tutti intorno al valore e al senso dell’autonomia.
Avant tout valdôtains
«Sono prima di tutto valdostano e poi del mio partito»: concetto ecumenicamente condiviso da tutti i presenti, sulla cui declinazione però Perron ha voluto sottolineare che «prima di preoccuparci delle altre Regioni noi, saremo egoisti, preferiamo pensare alla Valle d’Aosta». L’elemento che crea una certa distanza, grande o piccola che sia, tra gli interlocutori è dunque un grande classico della politica nostrana: la dicotomia tra dimensione nazionale e regionale. Questa esplode, assieme ai sorrisi dei cinque al tavolo, in una domanda a fine dibattito di una ragazza presente nel pubblico, che assume un valore quasi emblematico: «se siete prima di tutto valdostani, perchè vi siete iscritti al PdL e alla Lega?».
Il Trentino, l’Europa et Nous
Dopo la perdita dei buoni benzina, considerati da Perron (ma anche da La Torre e Lattanzi) «un diritto perso, anche perchè non si è riusciti ad esprimere tra i valdostani la necessaria unità intorno alla candidatura di Marguerettaz alle scorse europee, facendoci un danno», Ferrero avvisa che passate le regionali in Italia si procederà con il federalismo fiscale, che prevederà una somma per tutte le Regioni più ricche da destinare a quelle più povere: «Qualcosina la pagheremo anche noi, ma indietro ne avremo più diritti», rassicura.
«Dellai (presidente della provincia autonoma di Trento, ndr) ha dovuto lasciare 550 milioni di euro – dice Perron – non sempre da Roma sono arrivate le garanzie di cui parla Ferrero». Fa da mediatore Lavoyer: «Dellai lascia sicuramente una grande somma, ma molte entrate che aveva ai quattro decimi passeranno ai nove decimi, quindi alla lunga gli conviene».
Stella Alpina? Assente
Fa rumore l’assenza al tavolo di una delle tre “gambe” della maggioranza: la Stella Alpina, protagonista nei Comuni, in questo periodo, di una vera o presunta scalata per il dominio nell’area autonomista. «E’ inutile fare fotocopie con l’UV» dice Lavoyer in un “lapsus” un po’ voluto tra l’ALPE e il partito dell’Edelweiss.
«L’ALPE? – continua l’assessore – gente che è uscita quando non aveva più una poltrona, se l’UV fino a qui ha fatto tutto male, allora sono loro i primi incapaci. Dietro quella sigla c’è la parte della sinistra peggiore (si riferisce ai Verdi, ndr) da sempre ostile all’autonomia. Ce n’è per tutti: «la posizione del Pd è indecifrabile» e poi «noi dobbiamo dialogare con chi rappresenta qualcosa».
Perron preferisce non parlare del partito di Rudi Marguerettaz e frena sulla convergenza col centro-destra: «Adesso sono tutti autonomisti, ma ci sono differenze tra me e Lattanzi» e si esprime soprattutto sull’area autonomista: «Bisogna semplificare: gli ex dell’ALPE sono usciti per questioni personali, ma chi va a spezzare sbaglia, bisogna unire le forze, sedersi attorno ad un tavolo» e dialogare con i partiti nazionali in seconda battuta (magari al secondo turno?).
Nel frattempo Lega e PdL hanno firmato un patto di coalizione per il Comune di Aosta. Questo rafforzerà o indebolirà l’ipotesi di accordo tra autonomisti e i destristi al primo turno? Se è vero che nello scherzo c’è sempre una parte di verità, allora l’accordo potrebbe non essere così vicino: ad un certo punto del dibattito il cellulare del presidente dell’UV stava per cadere dal tavolo, ma è stato salvato dall’intervento di Ferrero. Perron ha commentato: «Ecco, adesso devo anche un favore alla Lega…».