Il vecchio Generale Zhukov la chiamava (affettuosamente?) “il partito del tergicristallo“. E Fédération Autonomiste, suo malgrado, ha ancora una volta rispettato questa definizione. Il logo del partito di Claudio Lavoyer e Leonardo La Torre è finito nel simbolo elettorale di Fiamma Tricolore – Destra Sociale per le elezioni regionali in Piemonte, evitando ai post-fascisti di Valerio Cignetti la raccolta delle firme per presentare la lista elettorale e facendo infuriare i vertici del movimento rossonero.
Da lì, smentite, spiegazioni, rimbalzi e giustificazioni hanno fatto tornare in mente tutte le vicissitudini di questo movimento che, più che un tergicristallo, a volte sembra una girandola impazzita per accordi politici, liste elettorali, arrivi e partenze.
ADP, Autonomistes, Fédération Autonomiste, Stella Alpina
Fédération Autonomiste è un movimento autonomista e centrista, nato alla fine degli anni ’90 sulle ceneri degli ADP (Autonomisti Democratici Progressisti), una delle tante esperienze autonomiste sorte dopo l’implosione del pentapartito. Esponente di punta è il socialista Leonardo La Torre, già sindaco della città di Aosta – il più giovane della storia – e, più tardi, tra i fondatori di Forza Italia in Valle. Dal 2001, Féderation forma con gli “Autonomisti – Autonomistes” il movimento della Stella Alpina. In occasione delle elezioni regionali del 2003 Stella Alpina si propone come alternativa al blocco di centro-sinistra formato da UV e DS, ma l’esperimento non decolla, e Fédération torna a formare il suo gruppo, uscendo dall’Edelweiss e avvicinandosi ai DS.
Minoranza, maggioranza: l’arrocco da destra a sinistra
Cinque anni fa, nel 2005, quel movimento che oggi ha concesso “appoggio tecnico” a liste di centro-destra a supporto di Roberto Cota in Piemonte, aveva fatto armi e bagagli per spostarsi in Consiglio Valle dai banchi vicini ai nemici-amici della Stella Alpina a quelli, più a sinistra, vicini ai DS, per dar vita concreta alla FED, la Federazione dell’Ulivo nata a livello nazionale che raggruppava i Democratici di Sinistra, la Margherita e i socialisti dello SDI.
Poi venne l’accordo elettorale con l’UDEUR di Clemente Mastella e lo smembramento della FED valdostana per mano di Antonio Crea, che auspicava maggior libertà per Fédération sulla via che avrebbe portato al Partito Democratico. Del quale proprio Crea oggi è alleato, facendo gruppo comune ad Aosta. In Regione, l’asse della maggioranza è cambiato nel 2006: l’UV ha fatto fuori i DS per inserire SA e FA, con un posto in giunta per La Torre.
Porte girevoli e poltrone imbottite
Per farla breve, ecco qualche entrata e qualche uscita da Fédération negli ultimi cinque anni.
Emilio Rini, ex democristiano, eletto nell’Union nel 2003, esce nel luglio 2006 in polemica con la nomina assessorile di Laurent Viérin, forma il gruppo misto, e rientra in maggioranza dalla finestra aderendo a Fédération. Cose che capitano, nel confuso panorama politico italiano.
Ma forse in Valle d’Aosta c’è di più, c’è un processo di osmosi: la figlia di Rini, Emily, è riuscita nel processo inverso, dimettendosi dal Foyer Valdôtain, l’organo giovanile di Fédération, a pochi mesi dalle regionali 2008, trovando un posto in lista proprio nell’UV e divenendo segretaria del Consiglio Valle.
Francesco Salzone, in Regione, con un abile gioco delle tre carte, è passato da Fédération a Stella Alpina.
Mauro Baccega, unico assessore di FA in Comune ad Aosta, ha fatto lo stesso. E le acque sono state agitate per alcuni mesi, perché Fédération lamentava di ritrovarsi senza posti di governo, con l’alleato SA a quota tre assessori.
Intanto Antonello Parisi è passato dai DS alla Fédération, non entrando nel Partito Democratico.
Antonio Crea ha fatto il percorso inverso, formando il gruppo PD – PS.
Secondo arrocco in Consiglio Regionale: da sinistra a destra
L’anno scorso, un anno dopo le regionali del 2008 vinte da una maggioranza tutta autonomista UV – Stella Alpina – Fédération, FA ha proposto in Consiglio Valle la transumanza inversa a quella di tre anni prima, da sinistra a destra: Leonardo La Torre si sposta con il suo cadreghino dai banchi vicino a VdA Vive – Renouveau a quelli tra Stella Alpina e PdL. Se nel 2005 l’arrocco era stato annunciato come decisione strategica, nel 2009 tutto succede nel silenzio. Incalzati dai giornalisti, i due consiglieri FA spiegano lo spostamento con la necessità di «intessere migliori rapporti con il capogruppo del centro-destra in Regione».
La beffa 2010: il simbolo nella Fiamma
«La Fiamma è in una lista comune con la Federation Autonomiste»: una nota stampa della Fiamma Tricolore di metà febbraio 2010 annunciava roboante una lista comune in Piemonte. «E’ stata una leggerezza del segretario di Fédération Autonomiste nelle trattative per l’uso del simbolo», ha cercato di spiegare Cignetti, segretario regionale piemontese del partito della destra sociale. Leonardo La Torre, segretario politico di Fédération, ha ribattuto che in realtà FA, nell’ottica di rafforzare la coalizione col Popolo della Libertà e la Lega Nord, ha concesso l’uso “tecnico” del suo simbolo a partiti e movimenti che appoggiano Cota, «come la Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza», per evitare la raccolta delle firme per presentare le liste. Ma Fiamma, oltre ad essere un partito di estrema destra, non appoggia Cota, e La Torre ha annunciato la diffida ufficiale all’utilizzo del marchio e una possibile querela.
Vedere manifesti elettorali – come quello qui a destra – fa però pensare ad una pena del contrappasso, per un partito che tante volte è nato, morto, risorto, ha visto persone rafforzarne i ranghi e ha perso pezzi importanti.
«Obbedienza cieca, pronta und assoluten!»: gli ex missini sturmtruppiani nemmeno si accorgeranno di quella macchia azzurra nel loro simbolo, che tanto ha fatto parlare pochi chilometri a nord di Carema.
Sarebbe meglio nessun commento. La politica si conferma una gabbia di matti che utilizzano la democrazia (?) per poltrone , ecc.
Il prossimo vero partito vicino a noi (poveri illusi) sarà quello della astensione dal voto. E’ già successo in Francia e arriverà anche quì. Non succederà niente ai politicanti nostrani e nazionali ma…. se succedesse qualcosa (leggere per favore il libro di Saramago : il silenzio).
Poudzo