L’ALPE e il PD si amano. Ma non lo sanno ancora.
Il segretario democratico Raimondo Donzel ha accolto a randellate il nuovo soggetto politico del centro-sinistra autonomista-autonomista, definendo “radicali” le sue istanze e continuando nell’opera di sparigliare le carte contro la “destra”, puntando allo stomaco degli elettori. Ma l’amore, se il panorama politico valdostano guarderà a destra, sboccerà presto. A meno di una paradossale Große Koalition à la Valpellinentze, dal PdL al PD.
Left wing, ovvero come fondere due partiti senza farli crescere
Il Partito Democratico è nato tre anni fa da una mutazione genetica dell’Ulivo prodiano. Era e deve essere un progetto al di là della “fusione fredda” DS – DL (la Margherita, che già era fusione fredda tra partitini e movimenti), coinvolgendo la società civile e tutti gli elettori dell’area del centro-sinistra. Purtroppo, a due anni dalla sua nascita, questo proposito è rimasto nella mente dei dirigenti pidini, e poche persone sono cambiate rispetto a diessini e margheritini.
Il PD ha perso consenso elezione dopo elezione, e il trend sembra consolidato. Gli ultimi sondaggi danno al PD un punto in meno rispetto alle scorse europee. I pezzi persi a sinistra e al centro: Mussi è in Sinistra Ecologia e Libertà, che in tutto conta un due per cento; i socialisti stanno ancora spaccandosi, alla ricerca dell’elemento chimico del garofano; l’apicultore Rutelli e i suoi insetti laboriosi sono accreditati di un glorioso 0,6 per cento.
I transfughi non raccolgono voti, ma il PD ne perde. Nessuno capisce il grande, grandissimo partito del non-voto.
Gauchité, una Left wing francofona
L’ALPE nasce con tre pezzi, e si propone di essere un “soggetto politico nuovo, e non la somma di tre partiti“. Pare di averlo già sentito, questo proponimento. Vuole essere “nuovo” e “aperto alla società civile“: a Veltroni stanno fischiando le orecchie. ALPE per ora non perde i pezzi, non è ancora nato… ma i dubbiosi a sinistra e al “centro”, se così si può chiamare, ci sono eccome.
Titti Forcellati i suoi dubbi li ha espressi. Sul fronte opposto, distinguo evidenti non si sono palesati, ma originariamente non tutti gli aderenti a Renouveau Valdôtain vedevano bene il matrimonio con quei “rompiballe” dei Verdi, per un semplice calcolo del consenso nei piccoli Comuni. Presentare una lista in cui gli “ambientalisti avant tout” non siano confinati automaticamente all’opposizione sembra complesso. In molti Comuni, i comunisti, i fascisti e i verdi sono ancora elementi folkloristici, membri coloriti della fauna elettorale locale, che tutto il paese conosce e sopporta. Se l’elettorato autonomista non ama i Verdi, l’elettorato di sinistra non ama l’esibizione del francese e il “valdostanismo”: la sfida dell’ALPE è esattamente la stessa del PD a livello nazionale. Fare i conti con gli elettori.
Divorzio a sinistra. Ma durerà?
Senza il PD, dove può andare ALPE? Cos’altro potrà fare, se non opposizione nel maggior numero possibile di Comuni in cui riuscirà a presentare una lista di alternativa? Riuscirà magari a confermarne la guida in alcuni di essi, ma niente più. Farà opposizione, e dovrà rassegnarsi a farla per lungo tempo. Cambiando le abitudini di una classe dirigente che è stata per anni al governo sul fronte opposto.
Il PD per ora vive di speranze, appeso al filo dell’alleanza UV – PdL, agli slogan anti-destra, mirando all’inconscio dell’elettore UV che non vuole dare la Regione ai berlusconiani. L’alleanza a destra però sembra cosa fatta, e il PD resterà solo. Farà opposizione (costruttiva?), e dovrà rassegnarsi a farla per lungo tempo. Cambiando le abitudini di una classe dirigente che è stata per anni al governo sul fronte opposto.
E’ stato sempre così, anche qui come in tutti i blog e i media regionali. Il PD, come partito di opposizione, è sottoposto ad aspre critiche e al fuoco incrociato che parte da questo blog e via via da tutti gli altri. Parte dal giornale a tiratura nazionale, come dagli altri fogli regionali settimanali. Una sorta di accanimento, quasi un fatto personale tra tutti i writer e noi del PD. Un minestrone questo articolo ricco di inessattezze. A costoro non va proprio giù il boccone amaro che questo partito abbia optato da subito per scelte intelligenti come ad esempio una opposizione non “barricadera”, non cieca, ma semplicemente un’opposizione costruttiva. E… qualcuno, come tutti i tifosi incalliti non riescono a distinguere una squadra di giocatori tecnici da un’assieme di pedatori alla “viva il parroco”, vecchi seguaci di quel degustatore di Barbera che era Nereo Rocco. Per lui Il Padova ed il Milan erano uguali. Uguali pure erano Scagnellato e Rivera. Davano calci al pallone.
Se qualcuno pensa ancora al PD come sommatoria dei vecchi DS e Margherita è completamente fuori strada e non ha capito niente di cosa sia successo in questi ultimi anni. Le mozioni ne sono una riprova. La mozione Bersani (ex-DS) che ha vinto, ad esempio è sostenuta da personalità come Bindi e Letta, la mozione Franceschini (ex-Margherita) che io ho votato, da Fassino e Veltroni. Unica differenza è la mozione Marino sostanzialmente sostenuta da giovani che si sono avvicinati alla politica con il PD e non sono ex di niente. Non è stata affatto una fusione a freddo, come si continua ad insistere, ma un progetto ambizioso condiviso da persone provenienti da percorsi diversi. L’olio e l’acqua ci sono, ma sono rappresentati dal vecchio e il nuovo modo di intendere la politica e la forma-partito.
Comunque lo si giudichi il progetto del PD è oggettivamente rivoluzionario nel panorama politico italiano, al punto che in appena due anni di vita ha causato un vero e proprio terremoto anche in tutti gli altri partiti. Vedere il continuo “scopiazzamento” progettuale e programmatico di quei partiti che vorrebbero contrastarlo. E’ proprio per la sua carica innovativa che si sta cercando di soffocarlo nella culla dalla vecchia politica, non appena questa è riuscita a ricomporre le forze. Questo lo si legge da sempre, dai resoconti livorosi di media e blog valdostani. Il PD è l’unico partito in Italia che si è dotato di un codice etico, in tutta Europa credo ce l’abbia solo il Partito Laburista (tra l’altro molto più “elastico”). Leggetelo perchè è interessante e rappresenta di per se una vera e propria rivoluzione culturale. Basterebbe questo per sostenere con forza questo partito, evitando di riesumare vecchi e scheletriti galletti.
Le do atto di aver citato, tra i nomi che ha fatto, solo e soltanto ex dirigenti DS o DL, confermando la mia tesi. Inoltre, non ha evidenziato una sola delle “tante inesattezze” da lei invocate. La smetto, perché sarei troppo cattivo…
Noto però che lei, come molti, assume da mesi il classico atteggiamento non DS, né Margherita, ma addirittura del PCI di chi non concepisce l’esistenza di qualcuno che possa criticare il Partito con la P maiuscola.
Un partito infallibile, davanti al quale bisogna inginocchiarsi.
Sia che ci si chiami ALPE, PdL, UV o… VdA Today
Suvvia Alessandro Mano, non sia così traboccante di generosità nel dire che non vuole fare il cattivo con il sottoscritto. Lei come sempre, è libero di farlo, sia con me sia con il Pd, come del resto ha sempre fatto. Ci risiamo, nella la sua risposta traspare di nuovo la voglia di identificarci come ex Pci e placare così quella febbre d’intolleranza che le ribolle dentro e che ha mantenuto nei confronti di una sinistra riformista in evoluzione. Non vuole convincersi che noi il 1989 lo abbiamo vissuto nello stesso identico momento. Solo che a lei le è venuto meno il “trastullo”, il giocattolino del nemico frontale da combattere e da picchiare sempre e comunque. Ora è un pò spaesato, non sa più da che parte colpire. A me invece, si è creata e spalancata una situazione finalmente più serena e ricca di soddisfazioni, non dovendo rendere più conto anessuno o continuare a giustificare a lei gli sbagli che l’Urss ha fatto… e non il Pd attuale.
Le ricordo che siamo nati il 14 ottobre del 2007. Ecco, questa è una di quelle inesattezze apparse nell’articolo. Documentatevi meglio e vedrete che troverete altri errori. Non siamo infallibili, ma ci proviamo ed il progetto del Pd è oggettivamente rivoluzionario nel panorama politico italiano, al punto che in appena due anni di vita ha causato un vero e proprio terremoto anche in tutti gli altri partiti. Questo ce lo deve riconoscere!
Il PCI, nel bene e nel male, era una forza che riusciva a plasmare a sua immagine il proprio elettorato. I partiti di un tempo erano come i grandi romanzi della letteratura classica, non descrivevano ne rappresentavano la società dell’epoca, bensì la costruivano, la portavano a compimento.
Nella politica moderna questa dimensione è venuta a mancare, per tanti motivi. Come il personaggio di un romanzo contemporaneo che chiede conto al lettore della sua inesistenza così i partiti di oggi sono spiriti deboli kierkergaardiani, che possono vedere tutto, ma riuscire in poco.
Personalmente ho sempre pensato che l’Urss centrasse molto poco con il PCI, al di là del denaro del KGB che contrastava in un’ottica di guerra fredda quello della CIA alla DC. La storia del PCI è una storia di rivendicazioni delle classi sociali più basse in uno scenario capitalista occidentale (anche piuttosto particolare, come quello italiano). Ma non divaghiamo.
Due sole cose:
1. credo di poter parlare anche a nome di Mano quando dico che il maccartismo non è cosa nostra.
2. Nessuno ha scritto la data di creazione del PD, motivo per cui non servono correzioni, l’integrazione resta benvenuta.
Per essere rivoluzionario è rivoluzionario questo PD “al punto che in appena due anni di vita ha causato un vero e proprio terremoto anche in tutti gli altri partiti”. E, aggiungerei, al punto che, in appena due anni di vita ha cambiato due segretari, perso mille pezzi, inventato le primarie, screditato le primarie. In Valle poi, quali siano le scelte intelligenti che il PD sta facendo rimane per me un mistero…
Dagored forse sbaglio persona, ma ho la netta sensazione che quello che ora riporto qui sotto, ti riguardi direttamente e che sia il frutto di un tuo ragionamento assemblato nell’aprile 2007. Qui si deduce che il Pd, allora non fosse per te fonte di così tanto catastrofismo.
” [...]Gli ultimi due anni, dalle primarie alle elezioni politiche, tuttavia, un cambiamento si è potuto notare anche in Valle d’Aosta. La coscienza civile sembra essersi risvegliata anche nella nostra sonnolenta regione e oggi con la prospettiva di un nuovo grande partito del centro sinistra che non coinvolga solo i partiti, ma anche la società civile, la voglia di attivarsi e partecipare nelle scelte per il futuro della nostra regione sembra essere ritornata a chi per disgusto si era allontanato e venuta a chi, come le giovani generazioni, che finora sono state escluse, sia per scelta che per rifiuto di un certo modus operandi, dai processi decisionali.
In questa prospettiva si fa sempre più urgente la necessità di ridare il giusto spazio alla collettività e ridefinire la libertà individuale partendo dall’impegno collettivo. Da questo presupposto, deve partire la creazione di un nuovo, grande e giovane partito del centro sinistra, anche in Valle d’Aosta, anzi soprattutto nella nostra regione dove negli ultimi anni abbiamo assistito, più volte, alla mortificazione dei processi democratici: è necessario rivitalizzare la democrazia valdostana connettendo rappresentanza e partecipazione, famiglia e istituzioni. La società civile deve essere il nucleo intorno al quale si costruisce un nuovo modo di concepire la politica, slegato dai vecchi sistemi della classe dirigente politica che finora ci ha governati.
La scelta del Partito democratico della Valle d’Aosta non deve dipendere dalle alleanze e tanto meno dalle regionali del 2008: deve essere una scelta per i prossimi 10 anni. Non dobbiamo essere miopi, ma lungimiranti. Sotto quest’ottica crediamo ci debba essere un chiaro posizionamento del futuro partito democratico nel centro sinistra e sosteniamo il bipolarismo contro le logiche neo centriste e tripolari [...]”
Se poi la persona “anonima” a cui mi rivolgo, non è quella che io ho individuato come dagored, chiedo scusa e ritiro l’ardito pensiero di avere avuto qui, nella stessa pagina, una persona che credvo di conoscere…
Quello che vorrei affermare è che anche il PD è un partito giovane e anche chi si riconosce nel suo progetto politico ha grandi ambizioni, valori e sogni. Farselo scippare o sentirsi dire che è simile a quello dell’Alpe è uno sgarbo e una villania, ma soprattutto sarebbe un falso storico. Non scordatevi che i partiti sono solo mezzi, non obiettivi. Si stanno riunendo in Alpe con la speranza di rinascere veramente, di uscire da un bozzolo da tempo costrittivo e per avere ancora la speranza di allontanarsi dal ciglio del burrone a cui si sono pericolosamente avvicinati. Credo che la prossima volta dovrnno dire: ripartiamo da tre!
Quello che ci divide non sono le finalità ma i mezzi su cui viaggiamo per raggiungere la stessa meta. Se parlassimo di valori anziché di “alte” strategie politiche, credo che ci troveremmo d’accordo quasi su tutto (o comunque le divergenze sarebbero tali da non giustificare la divisione). Le nostre strade non sono divergenti, ma parallele e restare divisi comporta solamente sprecare energie. Quando capiremo questa elementare verità ci sarà subito chi sentirà il bisogno di viaggiare per conto proprio, in nome di una presunta purezza identitaria e autonomista. E’ la solita malattia, quella che ci rende eternamente perdenti anche quando vinciamo le elezioni.
E’ per questo che chiedo al mio partito di andare avanti per la strada imboccata due anni fa, pur con il rispetto dovuto a chi viaggia con una marcia in meno. Comunque è giusto che alcuni siano soddisfatti di quello che stanno cercando di costruire. Lasciate che lo sia anch’io. Non chiedetemi però di disprezzare i miei dirigenti e il partito a cui io sono iscritto. Come d’altro canto, io non l’ho mai chiesto a nessuno qua dentro. Ho sempre precisato o smentito frottole che in molti blog continuano ad imperversare.
Discutiamo di politica.