Michela Vittoria Brambilla, ancora lei. Il ministro del turismo mette in subbuglio la Valle d’Aosta ancora una volta, dopo che i suoi “Circoli della libertà” sono stati l’ago della bilancia nelle elezioni comunali di Courmayeur nel 2007. Ieri ha proposto l’apertura di mini-sale da gioco negli alberghi extra-lusso d’Italia, circa 230 sparsi a macchia di leopardo sul territorio nazionale, per rilanciare il settore del gioco e del turismo. Per dirla in parole povere in tempi di finanze pubbliche all’osso, “fare cassa”.
Freno a mano per Rollandin
«Perplesso» il presidente della regione, ha subito tirato il freno a mano con decisione, ormai abituato a respingere al mittente proposte romane per aumentare il numero delle case da gioco. «Non voglio esprimermi prima che il decreto sia varato, ovviamente – ha commentato Rollandin – In generale, però, sento di poter affermare che la proposta è un provvedimento di difficile condivisione».
I casinò in Italia
Le case da gioco nel nostro Paese sono quattro, distribuite soltanto nel nord Italia: Saint-Vincent, che fino ai primi anni ’90 era il più grande per superficie di gioco e volume d’affari in Europa, Sanremo, Campione d’Italia e Venezia, il casinò leader attuale per movimento di clienti e giocate, con 114 milioni di incassi nel 2008.
Gli andamenti sono radicalmente diversi, pur in un calo generale che coinvolge tute e quattro le realtà (-4% dal 2007 al 2008). Il “Casino de la Vallée” va male da anni, con una timida ripresa nei mesi estivi del 2009, ed è scivolato al terzo posto in Italia, con incassi di 66 milioni. Sanremo è quello che partiva da una posizione meno forte, e negli ultimi anni è quello che va meno male, con incassi nel 2008 di 55 milioni. Campione può contare su una clientela di prossimità in Lombardia e nel canton Ticino, puntando su un marketing quasi asfissiante su Milano e Varese, e ha incassato 78 milioni.
Dove giocare a cinque stelle?
Gli alberghi a cinque stelle che potrebbero ospitare mini-casinò, riservati alla propria clientela, erano 232 nel 2005, così distribuiti:
Emilia Romagna 93
Liguria 62
Piemonte 52
Trentino – Alto Adige 52
Campania 34
Lombardia 31
Umbria 31
Veneto 30
Toscana 30
Lazio 24
Friuli – Venezia Giulia 20
Puglia 14
Sardegna 12
Calabria 11
Sicilia 11
Abruzzo 3
Basilicata 2
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